Addio a Gaetano Foggetti, per 20 anni alla guida di Ail – La storia, il ricordo, il lascito
Il 9 giugno 2022 è venuto a mancare Gaetano Foggetti, da 20 anni alla guida di Ail Forlì-Cesena. Presidente dal 2002 al 2013, vice presidente dal 2014 al 2019, e poi di nuovo presidente fino a gennaio scorso, sotto la sua spinta, questa sezione ha avviato alcuni tra i suoi progetti più ambiziosi e determinanti nella lotta alle malattie del sangue, tra assistenza ai pazienti e sostegno alla ricerca. Ma molto di più gli deve in termini di spinta emotiva, slancio nella ricerca dei volontari, guida e punto di riferimento non solo nei momenti di raccolta fondi ma soprattutto nei periodi di progettazione. Questa la sua forza più grande: la spinta ottimista e costruttiva verso il futuro, in un continuo e dinamico crescendo verso gli impegni da assumersi perché la lotta alle malattie del sangue divenisse via via più facile e perché Ail rinvigorisse nel tempo sul territorio la sua autorevolezza e forza nel panorama del volontariato socio-sanitario, anche grazie al rapporto ormai consolidato con il team di medici specialisti all’opera nell’Istituto di ricerca e cura tumori della Romagna.
Gaetano, da 27 anni al fianco di Ail Forlì-Cesena
Gaetano – 56 anni, marito di Patrizia e padre di Alberto e Lucia, di 14 e 12 anni, scomparso a seguito di una neoplasia cerebrale – fu tra i soci fondatori di Ail Forlì Cesena, ormai 27 anni fa, nel 1995. Ad Ail si era avvicinato grazie al legame con il professor Sante Tura, all’epoca alla guida del reparto di Ematologia “Seragnoli” dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove Gaetano era stato in cura per una grave forma di leucemia che lo aveva colpito nel ’91. Da quella malattia si riebbe dopo l’autotrapianto di midollo eseguito nel ’92. Da allora, il legame con Ail fu un legame per la vita. “Un dovere morale”, diceva, avvicinare quante più persone alla lotta alle malattie del sangue.
“La cosa più entusiasmante – diceva raccontando di quella esperienza – è la forza che l’obiettivo comune dà al nostro gruppo eterogeneo: dare un contributo a far sì che la lotta alle malattie del sangue sia un po’ più facile e permetta di dare ulteriori possibilità di guarigione a quanti si ammalano. Non posso dare nessun consiglio a quanti stanno passando ciò che ho già vissuto, troppo intimo e personale è il rapporto con la malattia; penso solo che non ho mai trovato, tra tutti coloro che ho conosciuto allora e in questi anni, un paziente che si è arreso, anzi”.
E con la stessa forza, con tenacia, dignità e positività, ha affrontato anche la terribile malattia che, nel gennaio scorso, lo costrinse ad abbandonare la guida di Ail, poi assunta dal vice presidente Redo Camporesi, già amico fraterno di Gaetano. Abbandonarne la presidenza sì, ma mai la missione: fino all’ultimo, ne è stato volontario attento e appassionato, presente anche all’ultima raccolta fondi di primavera, le Uova di Pasqua.
Durante la sua presidenza e la vicepresidenza, si dedicò con successo ai molti progetti che l’associazione ha poi sviluppato nel corso degli anni. Iniziative di raccolte fondi, finanziamenti per l’assunzione di giovani medici specialisti presso il Reparto di Ematologia dell’Irst di Meldola, creazione dell’importantissimo servizio medico di assistenza domiciliare ematologica, sono solo alcuni degli obiettivi raggiunti. Fu poi l’artefice, grazie al suo straordinario impegno, dell’acquisizione della nuova sede Ail in viale Roma 88 a Forlì, inaugurata il 30 ottobre 2019.
La nuova sede di Ail, garanzia di futuro
“Il bello del mattone”, chiamò la gara di raccolta fondi che avviò nel 2018 per l’acquisto della nuova sede. Ricordiamo ancora bene e con affetto la sera in cui, incontrando soci e consiglieri, ne presentò il progetto. La sede non doveva solo essere un punto informativo fisso, per la raccolta fondi e la ricerca dei volontari, ma doveva essere un punto di aggregazione. Uno spazio di incontro utile ai pazienti, ai familiari dei pazienti, ai medici, ai volontari, agli amici, a chi aveva bisogno di supporto, di un luogo dove raccontare se stesso e trovare aiuto. Doveva essere, nei suoi progetti, un nuovo punto di partenza: in epoca di isolamento sociale, creare una casa sicura per chi ha a cuore la lotta alle malattie del sangue o anche solo per chi cerca conforto contro dolore e solitudine, o per chi crede nel valore della coesione e della condivisione, era un imperativo. Un altro dovere morale per un’associazione composta da persone unite da un obiettivo comune. Grazie al suo impegno, la sua solerzia, la credibilità e l’autorevolezza della sua persona e grazie alla sua capacità di tradurre in numeri e parole i grandi progetti di Ail, anche merito della sua formazione come giornalista, comunicatore sociale e, infine, come fundraiser, Gaetano è riuscito a raccogliere attorno a sé e alla nostra sezione l’attenzione di aziende del territorio, aziende farmaceutiche, istituzioni e Fondazioni, e di riunirli nell’obiettivo comune di dare ad Ail la sua nuova casa. Qui nacque il servizio di assistenza di psiconcologia a pazienti e familiari, qui nacque la sala incontri – ora a disposizione non solo di amici e volontari di Ail ma anche delle altre associazioni e partner del territorio con cui Ail condivide l’impegno in ambito socio sanitario.
Così, Gaetano nel giorno dell’inaugurazione: “E’ fatta. ….ecco allora che avere finalmente un luogo che diventerà la casa di tutti coloro che si avvicineranno alla nostra associazione, rappresenta il trampolino ideale per dare slancio alla nostra attività sul territorio. Il taglio del nastro ha un fortissimo valore simbolico: le nostre radici sono solide e si confermano fondamenta essenziali per guardare al futuro con rinnovato ottimismo, consapevoli di poter fare grandi cose per quanti, malati, familiari, medici e ricercatori, affrontano la sfida della malattia”.
Il lascito di Gaetano è grande e non è fatto solo di progetti, risorse, persone, ma è un lascito soprattutto morale. Gaetano ci ha insegnato a rialzarci sempre, a combattere per un valore comune, a progettare di continuo come se ogni giorno la meta fosse nuova. Con forza e coraggio, come diceva lui. Sempre.
Ciao, Gaetano. Guidaci ancora.