Da quando 12 anni fa abbiamo iniziato il servizio medico di Assistenza domiciliare ematologica, nella Sanità, anche locale, sono cambiate molte regole per la gestione dei malati. Tra queste, in conseguenza alla diminuzione dei posti letto ospedalieri e alla riduzione dei tempi di degenza, sono state modificate le regole di accesso al pronto soccorso e le modalità di ricovero. A questo consegue un notevole aumento del lavoro operativo e organizzativo a carico di medici e sanitari impegnati al di fuori dell’ambito ospedaliero. A fronte di ciò è necessario un maggior numero di addetti per sopperire alle molteplici attività sanitarie e assistenziali anche domiciliari.
Le risorse stanziate dall’Ausl per il Servizio infermieristico sono aumentate, ma sempre poco rispetto al crescente numero dei pazienti, ancora più accentuato da un incremento delle malattie ematologiche. A causa dell’attuale situazione economica, che è certamente più pesante per tutti, è sempre più difficile ottenere risorse statali o private, di conseguenza gli operatori sanitari sono sottoposti a sempre maggiori sforzi al fine di fornire un servizio adeguato.
La gestione dall’assistenza domiciliare ematologica è un’attività complessa e delicata: ogni sacca di sangue trasfusa equivale, da un punto di vista sanitario, a un trapianto di organo, quindi per ogni fase del percorso si deve rispettare la massima sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori. Un’organizzazione veramente articolata a fronte della quale, ogni anno, vengono introdotte nuove regole per consolidare e monitorare la corretta gestione sanitaria dei pazienti durante il percorso di cura. Quest’anno, per esempio, il servizio trasfusionale, uno dei maggiori attori del percorso oncoematologico, ci ha chiesto di informatizzare la gestione delle unità di sangue trasfuse. Questa ulteriore e necessaria novità burocratica ha però appesantito il carico di lavoro già molto oneroso. Ora, in questo contesto di maggior complessità, il tempo necessario da dedicare alla gestione di ogni malato preso in carico è notevolmente aumentato, comportando il rischio di ridurre in futuro la possibilità di accogliere un maggior numero di pazienti. Quest’anno ho potuto mantenere un servizio adeguato alle richieste, grazie all’aiuto di alcune collaboratrici, disponibili e preziose, che si sono alternate al mio fianco: Dott.ssa Liliana Zambelli, Dott.ssa Maria Caterina Sassi, Dott.ssa Giulia Biondi e Dott.ssa Giulia Spazzoli. Confido in una loro collaborazione anche nel prossimo periodo per affiancarmi sempre più in questo lavoro che sa dare molte soddisfazioni sia professionali che personali.
In questi 12 anni l’AIL ha provveduto al finanziamento dei medici preposti al servizio di assistenza domiciliare ematologica (la sottoscritta nel comprensorio forlivese dal 2002, le dottoresse Silvia Baroni e Laura Lugaresi nel cesenate dal 2011) consentendo a centinaia di pazienti di poter essere curati a casa propria, garantendo così una sopravvivenza più lunga, una migliore qualità di vita, un minore disagio per le famiglie e un sostegno professionale e umano che consente di non sentirsi soli nell’affrontare i periodi particolarmente duri della malattia. Per poter continuare a far fronte alle crescenti richieste domiciliari di questo prezioso servizio, la nostra associazione deve poter reperire le risorse necessarie che consentano di finanziare l’inserimento di altri medici motivati a operare in questo ambito extra ospedaliero.
Rinnovare il SOSTEGNO alla nostra Associazione, aumentare la SOLIDARIETÀ, assicurarle l’AIUTO, sono le parole d’ordine a garanzia di questo futuro.
Nives Lombini