Quotidianamente la popolazione si trova esposta ad una grande varietà di campi elettromagnetici (CEM) di frequenza variabile. Oltre all’esposizione a sorgenti naturali come luce visibile ed ultravioletta, possiamo essere tutti esposti a CEM derivanti dal trasporto, distribuzione ed utilizzo dell’energia elettrica, dalla trasmissione dei ‘segnali’ radiotelevisivi e di telefonia mobile, dagli apparec- chi di diagnostica medica etc. Ciò che caratterizza le onde elettroma- gnetiche è la loro frequenza, che si misura in Hertz: al crescere della frequenza cresce anche l’energia trasportata. Lo spettro elettromagnetico (vedi figura 1) mostra una prima importante distinzione tra “radiazioni ionizzanti” (come i raggi X e gamma), che per la loro elevata energia hanno la proprietà di ionizzare molecole ed atomi, ossia di romperne i legami interni, e “radiazioni non ionizzanti” (indicate con l’acronimo N.I.R, da “Non Ionizing Radiation”), la cui energia è insufficiente per separare gli elettroni dalle orbite esterne degli atomi. Sempre in base alla frequenza, tra le radiazioni non ionizzanti distinguiamo, poi, in particolare:
- le onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 100 KHz e 300 MHz) generate, ad esempio, dai ripetitori radio-Tv e dai sistemi di telefonia mobile (radiofrequenze);
- le onde elettromagnetiche a frequenze estremamente basse di 50- 60 Hz (indicate con la sigla ELF, da “Extremely Low Frequency”), tipicamente prodotte dagli impianti per la produzione, trasmissione, distribuzione dell’energia elettrica e da tutti gli apparecchi domestici e di lavoro che tale energia utilizzano per funzionare.