Anche l’Irst di Meldola, al quale Ail Forlì-Cesena collabora da sempre per il sostegno all’équipe ematologica, rientra nel consorzio di centri europei impegnati nel campo delle terapie geniche e cellulari finanziato con 5 milioni di euro dalla società telefonica spagnola Cellnex Telecom.
LA META
L’obiettivo è comprendere la risposta dei linfociti T all’infezione da nuovo coronavirus e modificarli con tecniche di ingegneria cellulare per aiutarli a sconfiggere Sars-CoV-2.
Insieme all’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori anche l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, l’Institute of Regenerative Medicine and Biotherapies di Montpellier e l’Hospital Universitario Gregorio Marañón di Madrid.
LE STRATEGIE
Ail Forlì-Cesena, quindi, plaude al progetto si protrarrà per un biennio e adotterà due strategie terapeutiche entrambe basate sull’ingegnerizzazione dei linfociti T e che punteranno da un lato ad aiutare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e colpire le cellule infettate dal virus, dall’altro a ridurre lo stato iper-infiammatorio che caratterizza le forme più gravi della malattia.
“Siamo onorati di rappresentare l’Italia – ricorda il direttore scientifico dell’Irst Giovanni Martinelli – in un progetto così importante ed ambizioso, capace di raccogliere centri di valore internazionale e che sicuramente avrà ricadute anche in ambito oncologico”.
IL MECCANISMO
Nella risposta dell’organismo al nuovo coronavirus non c’è solo la componente umorale – legata cioè alla produzione degli anticorpi – ma anche una componente cellulare. Una volta prodotti gli anticorpi, infatti, sono i linfociti T a giocare un ruolo fondamentale attaccando le cellule infettate da SARS-CoV-2 senza produrre eccessivi danni agli altri tessuti. Ail Forlì-Cesena si augura il veloce raggiungimento dell’obiettivo del progetto: comprendere meglio il ruolo di queste cellule nel combattere il virus e trovare il modo di aiutarle nel loro lavoro.