Leucemia
Leucemia è un termine con il quale si indica un insieme di malattie maligne del sangue che originano dalla proliferazione tumorale di una cellula ematopoietica. Le cellule ematopoietiche sono ospitate nel midollo osseo (a sua volta contenuto all’interno di alcuni tipi di ossa) e la loro funzione è quella di produrre le normali cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Negli individui affetti da leucemia, il midollo osseo perde la capacità di generare cellule normali acquisendo quella patologica di produrre cellule tumorali.
Le cellule tumorali, sfuggendo ai fisiologici meccanismi di controllo, tendono ad accumularsi nel midollo stesso e, invadendolo, ne alterano progressivamente la funzione. Talvolta può accadere che questo accumulo di cellule tumorali nel midollo si estenda anche al sangue determinando un abnorme aumento del numero dei globuli bianchi leucemici. Sulla base della rapidità del decorso, si riconoscono leucemie acute (a rapida evoluzione) o croniche (a lenta evoluzione). Sulla base del tipo di cellula ematopoietica coinvolta, si riconoscono leucemie linfoidi o mieloidi. Quindi le principali forme a noi note sono: la leucemia linfatica acuta, la leucemia linfatica cronica, la leucemia mieloide acuta e la leucemia mieloide cronica.
NUMERI
L’incidenza della leucemia linfoide acuta è di 2 nuovi casi per 100.000 individui per anno, quella della leucemia linfatica cronica di 5 nuovi casi per 100.000 individui per anno. L’incidenza della leucemia mieloide acuta è di 5 nuovi casi per 100.000 individui per anno, quella della leucemia mieloide cronica di 2 nuovi casi per 100.000 individui per anno.
Comprendendo tutte le 4 forme di leucemia, le stime per l’Italia indicano un totale di circa 8000 nuovi casi per anno con un rapporto maschio:femmina di circa 2:1. La leucemia linfoide acuta è una patologia a prevalente distribuzione pediatrica; essa rappresenta infatti circa l’80% delle leucemie del bambino. Al contrario, la leucemia linfoide cronica, la leucemia mieloide acuta e la leucemia mieloide cronica sono tipiche dell’età adulta con la massima incidenza al di sopra dei 60 anni.
FATTORI DI RISCHIO E PREVENZIONE
Le cause che provocano le leucemie sono tutt’altro che note. Sappiamo che molte di queste forme si associano alla comparsa nelle cellule leucemiche di alterazioni cromosomiche e/o genetiche. Gli eventi biologici che portano allo sviluppo di tali alterazioni non sempre sono noti. Queste anomalie cromosomiche e/o genetiche non sono ereditate dai genitori né vengono trasmesse alla prole. Si tratta quindi di alterazioni acquisite con la malattia stessa. Esistono delle condizioni molto rare in cui la leucemia ha delle caratteristiche familiari per la frequenza con cui alcuni individui di un medesimo nucleo familiare ammalano. In questi casi la predisposizione genetica è un elemento critico.
Sono stati invece identificati alcuni fattori di rischio, l’esposizione ai quali comporta una maggiore probabilità di sviluppare leucemie. Tra questi abbiamo l’esposizione prolungata a sostanze chimiche quali il benzene e suoi derivati e l’esposizione a dosi eccessive di radiazioni. La stessa radioterapia e/o chemioterapia, laddove esista una predisposizione geneticamente determinata, possono provocare l’insorgenza di leucemie acute dette secondarie. Questo fenomeno è descritto in circa il 3-5% degli individui trattati con radio-chemioterapia. Tra gli agenti per i quali è segnalata la relazione con l’insorgenza di alcune forme di leucemia va anche segnalato il fumo di sigaretta. Nello sviluppo di alcune forme di leucemia sono stati chiamati in causa anche virus quali quelli della famiglia HTLV. L’essere affetti da alcune malattie ematologiche come le “sindromi mielodisplastiche”, forme con un’alterazione delle cellule ematopoietiche, costituisce un altro fattore di rischio per lo sviluppo futuro di leucemie.
Va infine ricordato come anche alcune malattie ereditarie (ad esempio la sindrome di Down) si associno ad un aumentato rischio di ammalare di leucemia. Sebbene per la grande parte delle leucemie la causa non è nota e quindi la prevenzione è qualcosa di realisticamente poco applicabile, si segnala l’importanza di un adeguato stile di vita (fumo di sigaretta) e della sicurezza nei luoghi di lavoro (esposizione ad agenti chimici o radiazioni). Come buona regola generale, è opportuno sottoporsi periodicamente a controlli di laboratorio che includano l’esame emocromocitometrico. Si tratta di un test di facile esecuzione, in grado di fornire importanti informazioni rispetto al buon funzionamento del nostro midollo osseo.
SINTOMI E DIAGNOSI
I sintomi sono espressione della progressiva invasione del midollo osseo e della sua conseguente perdita di funzione. Non è infrequente che nelle leucemie croniche il paziente non lamenti alcun sintomo e la diagnosi sia posta occasionalmente sulla base di esami eseguiti di routine. Al contrario, nelle leucemie acute la sintomatologia può essere di intensità marcata, determinando un significativo impatto sulla qualità della vita. In generale, i sintomi più caratteristici sono la debolezza (dovuta all’anemia), la tendenza emorragica (causata dalla riduzione delle piastrine) e la tendenza a sviluppare infezioni (causata dalla riduzione dei globuli bianchi normali).
Il paziente affetto da leucemia può inoltre lamentare febbre, sudorazioni notturne, dimagrimento, dolori ossei o articolari. Esiste poi un corteo di sintomi legati alle specifiche caratteristiche della leucemia e alle eventuali sedi d’infiltrazione al di fuori del midollo osseo. In questo senso si possono osservare ingrandimento dei linfonodi, della milza e/o del fegato, lesioni cutanee, disturbi neurologici (quali cefalea, paralisi, confusione), tumefazione testicolare.
La diagnosi di leucemia richiede l’esecuzione di un esame emocromocitometrico e di un prelievo di midollo osseo. Tanto sul sangue che sul midollo osseo si effettuano delle indagini cromosomiche e genetiche che sono indispensabili per la diagnosi e per la scelta terapeutica. Si effettuano anche esami aggiuntivi quali quelli radiologici (ecografia, TAC, risonanza magnetica) ed il prelievo di liquido cerebrospinale con puntura lombare per escludere o confermare il coinvolgimento di altri organi nel processo leucemico.
COME SI AFFRONTA
Le strategie terapeutiche per la cura delle leucemie vanno dalla semplice osservazione al trapianto di midollo, passando per la chemioterapia e/o la somministrazione di moderni farmaci ad azione “mirata. I progressi più consolidati riguardano il trattamento della leucemia mieloide cronica. Questa leucemia non richiede più un approccio chemioterapico o il ricorso al trapianto di midollo poiché disponiamo di un’ampia scelta di farmaci biologici che colpiscono in modo “mirato” l’alterazione genetica responsabile della malattia. Anche la terapia della leucemia linfatica cronica si è giovata di innovazioni basate sull’uso di chemioterapia in associazione a anticorpi monoclonali o sull’uso di moderni farmaci a somministrazione orale. Da segnalare che le forme meno aggressive di leucemia linfatica cronica richiedono una semplice osservazione con monitoraggio dei parametri ematici.
La chemioterapia e il trapianto di midollo osseo continuano invece a rimanere un caposaldo del trattamento delle leucemie acute. In questo senso, sono paradigmatici gli eccellenti e consolidati risultati ottenuti nella cura della leucemia linfoide acuta del bambino. Anche a proposito delle leucemie acute i progressi compiuti sono stati enormi poiché disponiamo di nuove terapie biologiche (con anticorpi monoclonali, farmaci “mirati” o cellule ingegnerizzate) che permettono di affiancare la chemioterapia e il trapianto potenziandone l’effetto. Il paradigma di tali progressi è rappresentato dalla moderna terapia di una forma particolare di leucemia acuta nota come “promielocitica”. Il trattamento di questa leucemia non è più basato sulla chemioterapia bensì sulla combinazione di un derivato della vitamina A (acido retinoico) e dell’arsenico.
A cura del Prof. Adriano Venditti
Ematologia – Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione | Università Tor Vergata