volontario per AIL: la parola a Marcello

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Sono di Cesena e, se devo essere sincero, non ricordo da quanti anni sono volontario AIL, ma sono fiero di esserlo e felice quando posso fare qualcosa per l’associazione.

Era un freddo pomeriggio di dicembre quando Paolo, il compagno di Elena, la nostra “stella polare”, mi chiese di accompagnarlo alla Fiera del Natale di Cesena per aiutarlo al tavolo delle stelle dell’AIL. Quella fu anche l’occasione per parlare e approfondire la nostra reciproca conoscenza. Ricordo che la giornata andò proprio bene, i risultati furono ottimi per il numero di stelle distribuite e io scoprii che mi piaceva fare il volontario. Quella domenica di dicembre ho percepito cosa c’era dietro ogni singolo tavolo AIL: un’organizzazione capillare di persone che dedicano parte del loro tempo all’associazione affinché questa possa realizzare fondamentali e importanti obiettivi. Ecco, io sono uno di loro. Continuo questa attività perché le sensazioni positive che provo quando mi dedico a questo mi fanno stare bene. Non è sempre facile trovare tempo oltre il lavoro, la famiglia, i genitori che, ogni anno più fragili, hanno bisogno delle nostre cure. Però è impagabile la soddisfazione che provo quando mi trovo davanti una persona che, riconoscendo il logo dell’associazione, mi racconta il motivo per cui ogni anno torna a comprare la Stella di Natale o l’Uovo di Pasqua, perché l’AIL ha aiutato a curare il parente, o perché è stata vicina alla sua famiglia, o perché ha fornito assistenza domiciliare all’amico. Sono momenti in cui capisci a cosa serve il tuo tempo e che ti aiutano a sopportare meglio il freddo che qualche volta patisci per stare fuori in pieno dicembre per le Stelle di Natale.

Capisci che dietro c’è una realtà di malati e delle loro famiglie che, grazie anche al tuo tempo, hanno potuto usufruire di un’assistenza mirata e vicina.

Chiunque abbia vissuto un’esperienza di malattia sa quanto sia importante non dover sprecare energie, spesso preziose, alla ricerca delle cure più adeguate per cercare di guarire. Per questo so che è importante dare il mio contributo affinché l’associazione possa rafforzarsi nel mio territorio. Quando come volontario chiedo un contributo economico in cambio di una stella di Natale o di un uovo di cioccolato dell’AIL dicendo che quel contributo sarà utilizzato per sostenere l’attività locale dell’associazione, sono di parola. Oggi l’equipe degli ematologi che operano in provincia può contare su un numero adeguato di specialisti e l’assistenza domiciliare è una realtà a Forlì come a Cesena.

Posso inoltre dire, per la mia esperienza, che ogni volontario rappresenta un generatore di positività.

Attorno a me c’è la famiglia, mia moglie che mi aiuta sempre e comunque (anche quando si lavora in città diverse e il tempo per stare insieme spesso si riduce solo alla domenica), una sorella disponibile a ospitare decine di scatole di Stelle di Natale nella sua cantina per agevolare i volontari nell’allestimento delle postazioni, i genitori che dispongono di spazio adeguato per depositare tavoli e gazebo dell’associazione.

Spesso anche i piccoli gesti permettono di realizzare grandi obiettivi.

Negli anni il mio impegno nell’associazione è stato qualche volta discontinuo, la vita a volte comporta cambiamenti e spesso si finisce per rimanere intrappolati nel ritmo accelerato della nostra quotidianità, che non sempre ci lascia tempo per dedicarci alle cose che ci piacciono. Per esempio, un nuovo lavoro mi porta a lavorare su turni, periodicamente anche di notte, impedendomi di partecipare a qualche evento. Però so che una parte del mio tempo continuerò a dedicarlo all’AIL. E’ qualcosa che mi da soddisfazione. E’ un tempo che, in fondo, dedichiamo a noi stessi e al nostro benessere, no?

Marcello