Noi x l’Ail Noi x esempio

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Ciao a tutti, sono Sergio

Il mio nome è Sergio, sono di Forlì, ex insegnante, ora in pensione e da diverso tempo volontario AIL.

La strada che mi ha portato all’Ail non è stata, a differenza di altri volontari, quella della malattia, mia o di qualche parente prossimo. Due amici fraterni che sono fra i fondatori di Ail Forlì- Cesena Onlus me ne hanno parlato e la possibilità di poter essere d’aiuto a chi si fosse trovato in situazioni come quelle da loro vissute, mi ha subito attratto. Inoltre sono venuto a conoscenza del fatto che, coordinatrice della sezione Ail era (ed è) Elena, mia allieva di – ormai molti – anni fa. Elena si ricordava di me e io, fatto insolito considerate le centinaia di ex studenti, mi ricordavo di lei. Un segno del destino! Devo dire che più che coordinatrice, Elena è un punto di riferimento essenziale, la scintilla vitale dell’Ail.

Così è cominciata la mia avventura come volontario.

Una bellissima avventura che mi ha aperto una finestra su un mondo che non conoscevo direttamente, complesso per l’organizzazione minuziosa che richiede, affinché gli obiettivi di raccolta fondi, di ricerca, cura, assistenza, sostegno ai malati e alle loro famiglie possano realizzarsi. Ho conosciuto tante persone e fatto nuove amicizie.

L’impegno comune mette in sintonia e induce a raccontare qualcosa di sé, in modo spontaneo. Se si ha un poco di pazienza per ascoltare, ci si rende conto che la realtà è, alle volte, diversa da ciò che appare o si può immaginare. Emerge il lato positivo delle persone che porta ad una azione utile ed efficace anche con poco tempo a disposizione. Una cosa che si ripete spesso e che continua a sorprendermi è che quando, come volontari, ringraziamo qualche donatore per il suo aiuto, questi ribatte che siamo noi a dover essere ringraziati per il nostro impegno a favore di tanti. Alcuni ci raccontano la loro storia di sofferenza personale o di qualcuno di famiglia, di lotta alla malattia e di quanto l’azione incisiva e multiforme dell’Ail sia stata importante per vincere la battaglia.

Ognuna di queste testimonianze dà coraggio e rafforza la volontà di continuare a sostenere l’Ail.

Si viene così a far parte di una famiglia allargata che permette di operare sempre meglio in favore di chi ne ha veramente bisogno. Questa è una grossa ricompensa per quel tempo – non molto tutto sommato – dedicato alle iniziative Ail.

E poi, la ricompensa più grande per una cosa BEN FATTA È AVERLA FATTA.