Lunedì ore 8.00: al domicilio del paziente arriva l’infer-miera con l’incarico di eseguire il prelievo di sangue utile per effettuare l’esame “emocromo” e la “prova crociata pretrasfusionale”. Prelievo già programmato e richiesto dal medico di Assistenza Domiciliare Ematologica nella settimana precedente, in base alle condizioni cliniche rilevate durante le visite al paziente.
Si riempiono così due provette: una contraddistinta dal tappo di colore lilla, l’altra dal tappo di colore giallo. Queste sono rigorosamente etichettate con nome, cognome e data di nascita del paziente, data e ora del prelievo, nome dell’infermiere che lo ha eseguito, codice assegnato alla richiesta (del medico), con l’indicazione del servizio ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) Ausl. Tutta questa attenzione e questa complessa procedura permettono di garantire l’assenza di errore nei vari passaggi di consegne delle due provette.
Sono quindi riposte nell’apposito contenitore, rigido e termico, per salvaguardare integrità e temperatura durante il loro primo percorso dal domicilio alla sede ADI (presso il Dipartimento Cure Primarie Ausl – via Oberdan), dove vengono indirizzate al centro di raccolta dei prelievi giornalieri effettuati nei vari servizi domiciliari.
Le nostre due provette successivamente sono affidate al personale incaricato e responsabile del trasporto prelievi per giungere al Laboratorio Analisi ospedaliero (G.B. Morgagni-L. Pierantoni). A questo punto le loro strade si dividono. La provetta con il tappo lilla parte, assieme a tante altre, in apposita ambulanza con destinazione “Laboratorio Unico” di Pievesestina (Cesena) dove verrà eseguito il referto dell’”emocromo” (emogramma) dal quale, oltre ad altri importanti valori, si otterrà la conta di emoglobina, globuli bianchi, piastrine, utili per la valutazione della eventuale trasfusione. Questo referto sarà pronto dopo 2 ore.
La provetta con il tappo giallo, invece, viene inviata al laboratorio del Servizio Trasfusionale (Morgagni-Pierantoni), qui riposta in un apposito contenitore e conservata per un massimo di 72 ore (termine di validità di questo prelievo) in attesa di essere utilizzata per la eventuale prova di compatibilità che determinerà la scelta della sacca di sangue da trasfondere.
Lunedì ore 15.00: i risultati dell’emogramma, dal laboratorio di Pievesestina sono già arrivati al laboratorio analisi del Morgagni-Pierantoni. Il medico di Assistenza Domiciliare Ematologica si occupa quindi di contattare i dottori del laboratorio per conoscere il risultato ottenuto dall’analisi della provetta lilla: questo esito determina la valutazione da parte del medico per stabilire se il paziente necessita o meno della trasfusione e la relativa quantità. Nel caso in cui il paziente non necessiti di trasfusione, alla scadenza delle 72 ore dal prelievo la provetta gialla verrà eliminata. Se invece il paziente deve essere trasfuso, il medico domiciliare farà apposita richiesta di una o più unità terapeutiche (sacche) di emazie (globuli rossi) al Servizio Trasfusionale, con indicazione del giorno e dell’ora in cui provvederà al ritiro (in base alle necessità del paziente e alla programmazione degli interventi domiciliari, ma sempre entro 72 ore dal prelievo). Dal suo contenitore apposito, la provetta gialla verrà quindi prelevata e analizzata al fine di determinare tutte le caratteristiche utili per la ricerca dell’unità terapeutica di globuli rossi compatibile. Oltre alla verifica del gruppo sanguigno, eseguita ogni volta a ulteriore garanzia di sicurezza, nei pazienti politrasfusi è fondamentale anche il rispetto della composizione stessa del sangue (es. proteine, fattori immunitari, ecc…). Questo delicato processo di confronto e ricerca che può durare anche alcune ore è definito “prova crociata”. La sacca (o le sacche) di emazie così individuata, verrà rigorosamente etichettata con i dati di tracciabilità a massima tutela del paziente e riposta nell’apposito spazio dell’emoteca in attesa di essere consegnata entro la data e l’ora stabilite nella richiesta.
La provetta lilla è divenuta un emogramma.
La provetta gialla ha trovato la sua sacca di sangue compatibile
Martedì ore 8.00: apposito frigo portatile rigido, termometro di minima e massima, ghiaccio, ecco la dotazione che serve per trasportare la sacca di sangue al domicilio del paziente garantendo la conservazione ottimale. La temperatura del sangue può oscillare tra i +4 e i +9 gradi centigradi. Il medico di assistenza domiciliare ematologica, dopo aver riempito e consegnato il documento di ritiro, otterrà l’affidamento della preziosa sacca, corredata dal modulo di consegna che andrà poi compilato al domicilio del paziente e riconsegnato al Servizio Trasfusionale.
Martedì ore 8.20: il sangue, protetto dal contenitore rigido e termico parte quindi per la sua destinazione.
Martedì ore 9.00: il medico, dopo aver accertato le condizioni cliniche del paziente e verificato la corretta posizione e funzionalità del catetere, inizia l’emo-trasfusione, monitorando le delicate fasi dell’operazione (che da un punto di vista sanitario, equivale a un trapianto d’orga-no). Deve quindi registrare nella cartella clinica domiciliare tutti i dati di controllo delle prassi trasfusionali (tra cui ora d’inizio e di fine, apposizione dell’etichetta che contraddistingue la sacca, eventuali problemi rilevati, ecc…). La durata media di una emotrasfusione regolare (quindi senza imprevisti e complicazioni) di ogni singola sacca è di circa un’ora e mezzo. Dopo di che segue la medicazione del paziente, l’annotazione di fine operazione in cartella e la raccolta della sacca ormai vuota con i relativi strumenti utilizzati per provvedere poi al loro corretto smaltimento.
Martedì ore 11.00: il medico completa le rigorose operazioni di prassi compilando il modulo dell’avvenuta trasfusione che sarà poi riportato al Servizio. La sacca di sangue è ritornata vita.
Nives Lombini